Sarcofago Romano

SARCOFAGO DEI BASSI TEMPI ROMANI

Anni or sono, nel terreno della masseria di proprietà della famiglia SCIALLETTI (originaria di Cologna Paese), sito a Cologna Spiaggia, contrada San Martino, tra la proprietà Mazzarosa a nord e il fosso san martino a sud, durante lavori agricoli da parte degli allora coloni DI PANCRAZIO fratelli Camillo e Francesco, riportarono casualmente alla luce un sarcofago in pietra. (la data si sconosce, ma sicuramente dopo il 1936 del loro arrivo in masseria). 

Si trattava di uno di quei sarcofagi la cui caratteristica è il coperchio a due spioventi  a tetto  e che non erano rari rinvenire anni orsono lungo le coste adriatiche.

Da quanto mi hanno riferito i nipoti dei Di Pancrazio, l’interno del sarcofago era completamente vuoto, naturalmente già trafugato a suo tempo come avveniva spesso, e io aggiungo certamente appartenuto a persona non di rango ma benestante.(perché non lavorato)

In un primo momento la famiglia Scialletti porto’ il sarcofago presso la propria residenza in Cologna Paese, solo  in seguito (non si conoscono i motivi) ne fece dono al comune di roseto degli Abruzzi.

Gli storici ed archeologi dell’epoca lo identificarono come Sarcofago dei bassi tempi romani, da Diocleziano nel 284 d.c. alla caduta dell’impero romano d’occidente nel 476 d.c.

La diffusione del modello è di ascendenza ravennate dove a partire dal II – III sec. d.c. vengono lavorati i grandi sarcofagi marmorei di provenienza microasiatica.

La scuola ravennate si caratterizza per la produzione di due tipi principali:quello architettonico e quello a cassapanca, entrambi comunque con presenza di decorazioni. A partire dal IV sec. d.c. si diffondono i sarcofagi a cassa liscia e con coperchio a doppio spiovente eseguiti in calcare.

La tipologia del manufatto di forma così semplificata e priva di ogni decorazione applicata è presente nel tardo antico e in epoca altomedievale in area centrosettentrionale.

Descrizione del sarcofago:-si tratta di un sarcofago costituito da una semplice cassa liscia, priva cioè di una qualsiasi incorniciatura o modanatura, non esiste lo zoccolo lungo il bordo inferiore. E’ sormontato da un pesante coperchio a doppio spiovente con pseudo acroteri angolari disadorni.

Ai lati dell’arca nella zona di contatto tra la cassa e il coperchio sono intagliate due incassature verticali utili a sigillare il sepolcro, mentre sul coperchio nella parte apicale sono presenti le immorsature per l’alloggiamento di argani utili a sollevare la pesante struttura.

Sarcofagi di questo tipo sono stati trovati ad Aquileia, Modena, Portogruaro, Salona, Arles.

Nel 2008 anch’io fortuitamente, mentre mi trovavo all’interno della villa comunale di Roseto D.A., sulla sx davanti all’ingresso, notai questo sarcofago, poggiato per terra, lo riconobbi subito, e ne rimasi meravigliato. Speriamo che in un giorno non lontano, qualcuno dia il giusto valore a questo sarcofago, vecchio più di 1700 anni e che è parte integrante della nostra storia locale.

 

Guide del Borsacchio – Ernesto Mattiucci