La Fontana Romana di Cologna Paese

I nativi del luogo l’hanno sempre chiamata la fonte vecchia. Si trova in periferia ad est del paese, sulla  SP 20a al Km 6, tra le contrade Bonaduce e Giammartino a meno di un chilometro da Cologna Paese.                  

La fontana è di tipo rurale ed, a suo modo, monumentale. Nella parte frontale  misura ( 1,55 x 80 x 1,80), le colonne (54 x 26 x 1,37), l’abbeveratoio (1,90 x 1,55 x 40)  il lavatoio (2,60 x 1,55 x 40). Costruita in mattoni, pietre e cemento, cosi come noi oggi la vediamo.

Da quanto riferito dagli anziani del luogo negli ultimi cento anni è sempre stata con questa struttura. Il secolo a cui risale con esattezza o chi l’abbia costruita per la prima volta non sono noti ufficialmente. Non ci sono elementi di conoscenza o testimonianze per poter affermare se le sue fattezze originari siano state mantenute inalterate nel tempo o abbiano subito modifiche nei diversi secoli.

Possiamo affermare con certezza, tramite alcune fonti storiche documentarie, che l’esistenza di questa fontana risale a molti secoli fa probabilmente al tempo dei primi insediamenti di Cologna Paese.

La fontana è alimentata da una sorgente d’acqua ” eterna ” che sgorga da una profondità di circa 40 metri all’interno del giardino della ex villa Scialletti nel centro abitato di Cologna Paese, ad una altitudine  220 m.

Da qui l’acqua si canalizza nel sottosuolo (non esistono documenti sulla tipologia di condutture se in mattoni, pietra, tubi in piombo, zinco o altro) per essere inviata in periferia del paese verso est in contrada Bonaduce ad una distanza di circa 180 m con un dislivello di 50 metri con, nelle immediate vicinanze, un lavatoio pubblico piu’ recente, costruito negli anni 30.

Qui esiste una prima camera a volta di decantazione e filtro acqua, costruita interamente a mattoni. Da qui l’acqua viene inviata, sempre per caduta, tramite una  tubazione in zinco o forse piombo,  ad un’altra pozzo di decantazione per filtrare l’acqua situato a 25 m circa (dove fu’ installato un tombino di ispezione) e da qui sempre tramite tubazione, passa in sotterranea la strada  provinciale SP. 20a, per raggiungere dopo circa 20m la nostra fontana.

Questa “FONTANA” che è stata e sarà sempre un pezzo di storia antica dei nostri padri, caduta nella dimenticanza umana, dopo molti anni, esattamente nel 1992 grazie all’iniziativa dei componenti dell’associazione “Amici del Bosco”  di Cologna Paese, fù riportata alla luce. Impiegarono un anno circa di duro lavoro, per ridonare il vecchio splendore alla grande ” signora”, che era stata la “ fonte “ di vita di tutto il paese.

Tutto questo avvenne senza scopo di lucro, senza alcun aiuto di manodopera o finanziario esterno, autotassandosi  e come raccontato a vario titolo alla fine  parteciparono tutti i cittadini di Cologna Paese, entusiasti di questa iniziativa.

Nello svolgimento dei lavori di recupero fù disboscata tutta la zona perimetrale della fontana e ripulita da tutti i detriti.

Un lavoro complesso e servirono ruspe, trattori e camion per ripulire la fontana da terra pietre e arbusti e restaurare gli elementi strutturali.

Poi fù riportato alla luce il selciato in ciottolato che dalla strada portava alla fontana,  per una distanza di 9 m, costruito a scala, con gradini bassi in numero di 4, lunghi ciascuno 2 m. Alla fine di ognuno i ciottoli erano contenuti da una fila di mattoni interrati in verticale.

Nel disegno sotto trovate la ricostruzione del selciato di come esisteva un tempo. Una gradinata che dalla strada portava alla fontana. Una ricostruzione eseguita in base all’osservazione di come sono rimaste dislocate le pietre, i mattoni, la terra e la vegetazione sull’area e attorno ad essa.

Nel disegno che segue la ricostruzione del selciato una volta esistente attorno alla fontana, secondo   le osservazioni fatte, sulla posizione di alcuni mattoni e ciottoli. 

Infine fù ricollegata la conduttura dell’acqua alle canne della fontana. Dalla canna della fontana da come ci è stato detto, escono 14 litri d’acqua al minuto, per dire se è ancora potabile naturalmente dovrebbe essere sottoposta ad analisi chimiche.

NOTIZIE  STORICHE  INERENTI  L’ANTICA  FONTANA 

Nelle ricerche effettuate l’esistenza della Fontana viene indicata in un breve Memoratorio dell’anno 1056 d.c. 

Viene poi descritta in un atto di verbale pubblico inserito nel famoso Cartulario della Chiesa Teramana. In tale registro venivano trascritte le donazioni, che nobili o grandi possessori terrieri facevano ai Vescovi e alla Chiesa di Santa Maria di Teramo, riportato nel 1832, dallo storico  Niccola Palma, Vol.1, cap. XXIII  (avvenimenti del sec.  XI) pag. 

Il  “cartulario” contiene notizie documentate che vanno dall’anno 862 d.c. all’anno 1154 d.c., pertanto possiamo affermare con certezza l’esistenza della fontana già a partire da questi secoli, se non antecedenti, purtroppo non documentabili.     

L’atto cosi recitava “ tra i beni di pertinenza della chiesa aprutina (Teramana) oltre alla pieve (chiesa) di San Flaviano (Giulianova), compresi tra il fiume Vomano e il Tordino, figurano possedimenti verso il mare a Beczini (Bozzino) a li pauperi (alle coste); ……..e altri beni a COLONGIA (Cologna Paese) con META’  DELLA  FONTANA.  

Nel testo integrale venne riportato in latino ………. ” et in alio loco in Colongia cum medietate de ipsa  FONTE  et cum ipsa valle de Laurillo et fine ipso trivio di Albiano ” ……    

Tradotto :-la chiesa Teramana possiede oltre agli altri elencati beni ,…………altri beni a Colongia (Cologna Paese), con metà della fontana e la valle di Laurello, che ha per confini la strada pubblica dell’incrocio di Albiano, composto da tre vie.

Lo storico Francesco Savini, nel 1910, pubblicò tale atto, anche con l’aiuto dei testi dell’Ughelli e con i sunti dell’Antinori.

In tempi relativamente più “recenti” sul libro dell’apprezzo (dal valore storico e documentario) compilato dal comune di Giulianova nel 1741, vennero trascritte tutte le diverse contrade che allora esistevano  e da lui dipendenti. Tra queste facevano parte anche Bozzino e  Cologna Paese, dove si citavano le contrade tra cui quelle per noi più significative erano :  Vallone alla fonte di Cologna,  Solagna alla fonte di Cologna,  Strada della fonte di Cologna.  Chiara testimonianza delle proprietà terriere in riferimento alla fonte, che nei diversi secoli avevano cambiato proprietario e a volte anche il nome.             

RESTAURO DEL ” NUOVO ” LAVATOIO DI COLOGNA PAESE

Il lavatoio è ubicato a 60 metri circa ad ovest dall’antica fontana, a monte della strada SP 20a Sempre nell’anno 1992,  i componenti dell’associazione Amici del Bosco, ripulirono e disboscarono la zona, restaurando anche il lavatoio pubblico costruito da quanto ci è stato raccontato, con l’avvento dell’allaccio dell’acquedotto del ruzzo a Cologna Paese negli anni 30.  Anche questo lavatoio fù abbandonato, dopo che negli anni 60 l’acqua del ruzzo fù portata in tutte  le abitazioni.

Pertanto la nostra antica fontana è la testimone ” vivente” della nostra terra e dei nostri avi, degna e meritevole di essere oggetto di visita e studio, (specialmente dai più giovani)  di essere tenuta nel giusto decoro ( dal comune di Roseto d.a. proprietario) e di essere segnalata sul sito della Regione Abruzzo, in Patrimonio Culturale, alla voce Fontane, prov. Teramo.

Sopralluoghi e ricerche sono state effettuate da noi guide del borsacchio, con ispezioni sul luogo in presenza del direttore Marco Borgatti,  il quale in primis e per tutti  ringrazia per la fattiva collaborazione, l’associazione “Amici del bosco”, nella persona di MANCINI Marcello (esponente) di Cologna Paese che è stato il nostro referente, fornendo notizie utili in quanto era stato uno dei promotori e operatore volontario del restauro della fontana e che ha fornito anche materiale fotografico di repertorio anno 1992.

Le sorgenti d’acqua e le fontane

Sin dai tempi antichi, hanno avuto grande attenzione da parte dell’uomo, in quanto essenziali e di primaria necessità per la vita, ma era anche un importante possedimento patrimoniale, che poteva essere fonte di ricchezza e contrattazione terriera.           

Ecco allora che per approvvigionare l’acqua l’uomo ha costruito pozzi, cisterne, fonti, fontanelle, abbeveratoi e lavatoi, quasi sempre ubicati fuori dai borghi, oppure lungo il loro perimetro o lungo i tratturi.

Le fontane divennero anche ornamentali, assumendo quei valori artistici e storici, molte delle quali giunte ai giorni nostri nella loro bellezza e funzionalità.                                                  

Esse erano anche il luogo dove si socializzava, si scambiava notizie, si raccontava le storie e si festeggiava, mentre le nostre nonne e bisnonne riempivano le conche d’acqua per bere, lavavano i panni,  i nonni abbeveravano gli animali.

data creazione e pubblicazione: 25 Novembre 2018                                                         
Autore :  Mattiucci Ernesto  -  Guide del Borsacchio
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