La Cantina Mazzarosa Devincenzi
La Cantina Mazzarosa Devincenzi
Nacque nel periodo della creazione del Regno d’Italia, per opera del Senatore Giuseppe Devincenzi.
Univa l’attenzione verso l’agricoltura all’interesse verso la costruzione di ferrovie che dovevano servire a creare una rete di comunicazione nazionale.
Ebbe molti rapporti con l’estero, soprattutto con l’Inghilterra e la Francia, dove prese ispirazione per la costruzione della sua cantina.
Introdusse molte innovazioni in Abruzzo, riuscendo a importare vitigni sconosciuti come il Malbec e il Pinot, e dotò le sue proprietà di splendidi vigneti; terminati gli incarichi pubblici, si dedicò alla sua azienda e istituì un importante stabilimento enologico nell’allora comune di Montepagano (oggi Roseto).
Ideò una cantina unica per la sua architettura e per il sistema di sollevamento idraulico e trasporto delle uve su rotaie. A renderla un esempio di “archeologia industriale per la produzione del vino” contribuiscono la botte da 1000 hl (che aveva la funzione di taglio del vino) e l’ascensore a contrappeso, per alleviare e velocizzare il lavoro dei contadini.
Sono singolari anche il sistema di controllo della temperatura e dell’umidità, dati dalle pareti e dagli edifici circondanti il cuore della cantina e dal “pavimento” in argilla.
Caratteristiche:
E’ una grande sala ipostila scandita da una serie di volte a crociera, realizzate a mattoni in foglio, impostate su pilastri cruciformi. Il primo piano, accessibile mediante una scala interna ha una copertura piana in travi di legno; il sottotetto si presenta, invece, come un grande ambiente unico con finestre laterali, coperto da una serie di capriate lignee con tegole in copertura.
L’edificio, di forma planimetrica compatta risulta molto articolato in alzato con la reiterazione, su due livelli diversi, di un modulo base coperto a due falde. Internamente il rettangolo di base, risulta suddiviso in tre fasce parallele secondo il lato maggiore.
Due fasce esterne di modesta larghezza e una zona centrale, riservata alla conservazione del vino. Tutto il complesso a cantina rappresenta un importante testimonianza di archeologia industriale per la produzione del vino; è ancora presente l’ascensore ad acqua che permetteva di salire l’uva all’ultimo piano e i binari sui quali avveniva il suo trasferimento fino alle botole, dalle quali era possibile, mediante passerelle in legno, ancora presenti, arrivare, con il mosto, fin sopra le botti della sala ipostila.
All’esterno la cantina presenta un fronte principale lungo la SS.16 scandito da una serie di paraste che organizzano una serie di finestre ad arco.Nella parte a sud rivela una terrazza accessibile mediante una scala esterna. La scala esterna permette l’accesso alla residenza privata posta al piano primo e fronteggiante la SS16.
La muratura di questo manufatto è in mattoni faccia vista.